Descrizione
Origine ed evoluzione
I Masi di Cavedago, che un tempo costituivano l'intero abitato sparso nel fondovalle, hanno origini medievali e rappresentano un'antica forma di insediamento rurale tipica del Trentino.
La prima citazione di Cavedago risale al 1282 e nel 1365.
L'espansione dei Masi avvenne gradualmente. Situati nelle praterie e boschi del territorio, ognuno prendeva quasi sempre il nome della famiglia che li aveva costruiti e li abitava o del nome della zona di costruzione.
Per secoli i Masi furono il nucleo residenziale, economico e sociale della famiglia. Tutto gravitava intorno al Maso; il lavoro era essenzialmente destinato ad un economia di sussistenza e al mantenimento della propria famiglia.
Nell’ultimo secolo con l’avvento dell’industria e del terziario, i Masi hanno subito una radicale trasformazione: molti sono stati ristrutturati in appartamenti privati, altri in strutture di ricezione turistica.
Oggi, del Maso,è rimasto solo il nome dell’epoca, che identifica una zona residenziale modernamente ricostruita o ristrutturata.
I “Masi” più significativi, distinti da specifica segnaletica toponomastica, si chiamano: Maso Canton; Maso Pozza; Maso Masét, Maso Dalsass; Maso Daldòss.
Altri “masi” del passato: Maso Tomas-Maso Mattè-Maso Viola-Maso Zeni hanno lasciato il loro nome alle ad alcune Vie di Cavedago,(mappa dei masi).
Eventi che si svolgono nei Masi
Arriva il Barbatangheri
In luglio-agosto si svolge la rassegna “Arriva il Barbatangheri”, promosso da Biblioteche della Paganella in collaborazione coi comuni dell’Altipiano e con le società di promozione turistica.
Gli spettacoli si svolgono in giorni diversi e principalmente nei Masi Canton, Pozza, Maset e in piazza San Lorenzo.
Chi era il Barbatangheri:
Il "Barbatangheri", è una figura fantasiosa di un giullare tipica della tradizione del Trentino, ricordato anche dai più anziani. E' alto e ricurvo, con la lunga barba bianca, indossa un frac tutto impolverato, un grande cappello nero e con in mano un bastone dell’impugnatura d’argento. Lui era un venditore ambulante di carta da lettera, bottoni, immagini sacre e occhiali da vista. Insieme ai suoi prodotti raccontava delle storie, di giorno ai bambini, alla sera agli adulti raccolti ad ascoltarlo intorno ad un falò. Come ricompensa riceveva un bicchiere di vino e magari un piatto di minestra e un giaciglio nel fienile per dormire. Al suo arrivo nel villaggio, i bambini lasciavano i loro giochi e correndo ansiosi incontro a lui, gridavano a squarciagola “Arriva il Barbatangheri!"
La magnada fra i Masi storici di Cavedago
In estate, di solito in agosto, la locale Proloco organizza un originale "evento culturale-gastronomico": una facile passeggiata itinerante tra i masi del paese legata ad assaggi di squisiti piatti diversamente proposti nei vari masi dell'itinerario, per ritrovare le radici della tradizione socio-culturale di Cavedago.
La leggenda del Maso Dalsass
Negli anni tempestosi in cui a Roma infuriavano le persecuzioni contro i cristiani, un nobil soprannominato Negro Bon decise di lasciare la sua città natale per trasferirsi più a nord in cerca di pace e per poter rifare una vita lontano dai rumori e dai fastidi della capitale.
Fu così che qualche tempo dopo, l’uomo, a cavallo del suo fido destriero, si trovò a percorrere la strada imperiale che dalla piana dell’Adige saliva a Cavedago per raggiungere poi le Giudicarie. Arrivato all’altezza della località che noi oggi chiamiamo Masèl, l’animale ebbe un improvviso scatto, rischiando di far cadere il cavaliere. Negro Bon, spaventato a morte, balzò a terra e si inginocchio nel prato lì vicino, pronunciando le seguenti parole: “Ho capito che questo è un segno del cielo. Qui pianterò il mio maso, e lo chiamerò maso dal Sass”.
E così fece, il nobile romano si costruì una bella casa e in breve divenne così ricco, da essere conosciuto in tutta la valle come proprietario di pascoli e di boschi. Ben voluto da tutti e pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà, lasciò in eredità ai figli e ai nipoti il maso Sass…Da qui il nome delle numerose famiglie trentine dei Dalsass.